Obbligo di whistleblowing in azienda, dal 17 dicembre diventa legge
La segnalazione anonima
Non sempre ci si sente tutelati nel fare una segnalazione sul posto di lavoro. A volte, infatti, segnalare degli illeciti diventa un atto di coraggio che il dipendente potrebbe non sopportare fino in fondo. Ed ecco che scatta l’obbligo di whistleblowing. Questo termine anglosassone può essere tradotto letteralmente con “soffiata”. Stiamo quindi parlando di una segnalazione effettuata nell’ambiente lavorativo. In pratica, il dipendente ha tutto il diritto di poter effettuare una segnalazione anonima per illeciti evidenziati sul posto di lavoro. Parliamo quindi di una denuncia priva di responsabilità connessa a comportamenti non corretti. C’è chi si interroga sulla bontà di tale nuova disposizione, che poi in realtà tanto nuova non è. Nel settore pubblico è infatti già attiva, mentre dal 17 dicembre lo sarà anche per quello privato. Ad ogni buon conto, l’obbligo di whistleblowing è senza dubbio un passo importante al fine di tutelare il dipendente e sgravarlo da possibili difficoltà nel poter denunciare comportamenti non consoni sul posto di lavoro. Il datore di lavoro dovrà quindi tutelare il diritto alla “soffiata” da parte dei suoi dipendenti. Le grandi aziende, anche private, si sono adeguate già da tempo. Parliamo di aziende che hanno un numero di dipendenti superiore a 249. Tra meno di un mese, come detto, anche quelle che contano 50 dipendenti dovranno rispettare tale normativa. Ma cosa dovrà fare praticamente il datore di lavoro per adeguarsi a tale nuova regola? In sintesi, si chiede al datore di lavoro di adeguare i canali aziendali, per favorire eventuali denunce, come regolamentato da una direttiva europea.
Obbligo di whistleblowing per le aziende private
Oltre a preservare tale diritto die propri dipendenti e preservarne l’integrità lavorativa, il datore di lavoro dovrà anche intervenire in maniera attiva davanti alla segnalazione ricevuta. Il passo cardine però di tale obbligo è l’anonimato del segnalatore, il quale dovrà essere pienamente cosciente del fatto che la su soffiata non avrà ripercussioni negative sulla sua esperienza professionale. Naturalmente, scongiurati tutti i rischi di mobbing e affini per chi segnala. A tal proposito, al datore di lavoro è assolutamente vietato fare una di queste azioni verso chi denuncia:
- licenziamento;
- sospensione;
- retrocessione di grado;
- mancanza promozione;
- trasferimento;
- cambio di mansione;
- cambio di orario di lavoro;
- molestie;
- ostracismo;
- trattamento sfavorevole.
Nel decreto viene specificato che, se l’obbligo di whistleblowing non viene rispettato, il datore rischia multe che vanno da 10 mila a 50 mila euro. Se da una parte il dipendente è quindi totalmente tutelato nel suo diritto di denunciare atti e comportamenti illeciti a lavoro, è altrettanto importante capire fino a che punto la sua segnalazione è mossa da un senso di giustizia oppure da interessi secondari personali. Sarà quindi anche in questo caso compito del datore di lavoro appurare che la segnalazione fornita sia giusta e veritiera e non abbia secondi fini.
I punti chiave…
- dal 17 dicembre anche le aziende pubbliche con almeno 50 dipendenti si adegueranno all’obbligo di whistleblowing
- con tale termine inglese si indica la “soffiata”, il dipendente ha il diritto di denunciare illeciti a lavoro e mantenere l’anonimato
- eventuali azioni di mobbing da parte del datore di lavoro comporteranno multe da 10 mila a 50 mila euro.
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